Ore 6:00 la sveglia suona incessantemente. Io non avrei proprio voglia di a lzarmi ma la voce assillante di mia madre appena rientrata dal lavoro mi costringe a farlo quindi prendo uno ad uno le cose da indossare e vadfo in bagno, faccio scorrere l'acqua della doccia e mi spoglio.
Più o meno esco giusto in tempo dal bagno prima che passi l'autobus ogni giorno, non sono mai stata puntuale in vita mia. Credo proprio che non faccia parte del mio DNA.
Con me porto sempre quel libro, quello che io non ho mai terminato di leggere perchè me lo regalò mio padre qualche giorno prima della sua morte per il mio compleanno. Tratta la storia di una ragazza che cerca disperatamente l'amore e questo disperato bisogno d'affetto la spinge a cercarla in chiunque, anche nelle donne.
C'è un traffico questa mattina, credo proprio che non arriveremo in orario e visto che ho già timbrato più di una volta il ritardo non credo proprio che mi lasceranno entrare quindi sto già pensando ad una scusa in caso dovrei tornarmene a casa.
Le mie supposizioni erano giuste, Più della metà dei ragazzi che erano con me su quell'autobus siamo stati costretti a tornare a casa ed in più purtroppo questa volta hanno preso i nostri nominativi e dato una sospenzione di due giorni con obbligo di frequenza.
Chissà dopo mia madre quante altre punizioni mi darà dopo visto che me lo giurò la scorsa volta. La odio, la odio con tutta me stessa, la ritengo infatti in parte responsabile della morte di mio padre, se lei avesse chiamato me o mio fratello adesso lui magari sarebbe ancora vivo e avrebbe continuato a leggermi quel libro, quel libro che oramai io chiamo "Papà".
Ho paura di varcare quella porta perchè so già come andrà a finire. Mia madre mi sgriderà e mi rinfaccierà il fatto che è unicamente colpa mia se ho fatto tardi. Mi dirà come sempre che potevo benissimamente andare con l'auto e poi mi manderà in camera dove mi ci farà restare tutto il giorno. Dovrò aspettare altri tre anni, tre anni e poi finalmente sarò libera di fare tutto ciò che più mi piace e spero che Papà da lassù mi perdonerà se decido di non tornare più qui e di fare il mondo la mia nuova e accogliente casa.
Non ricordo con precisione l'ultima volta che mia madre mi abbia portato al cimitero anzi, non ricordo neanche quando è stato l'ultimo giorno che mi rancontasse di lui, di loro quando erano giovani. Forse voirrà dimenticare oppure forse aveva già dimenticato prima che lui ci lasciasse. Spesso di notte quando non riesco a dormire mi capita di sedermi accanto alla finestra e di pensare, cerco di immaginarmelo accanto ma quasi non ci riesco più oramai, non è più facile come qualche anno fa perchè adesso ho persino il suo volto sbiadito nella mia mente. Ed è molto triste questa cosa.
Prendo coraggio ed entro, fortunatamente lei non c'è. Sarà andta a fare qualche piccola commissione oppure da qualche sua amica pettegola che non ha mai nulla da fare. Una di quelle che passa ore intere a guardare la televisione oppure una di quelle che esce giusto per andar a dar fastidio al vicino. Intanto percorro le scale per andarmi a rintanare in camera mia, quello è il mio posto speciale, al di fuori della porta vi ho messo un segnale di divieto quando ero piccola, messuno vi può entrare ne in mia assenza e ne quando ci sono io.
Mi stendo sul mio letto e prendo il mio libro. Il mio adorato libro, lo apro e lo sfoglio attentamente, pagina dopo pagina ricordo i momenti felici trascorsi qui. Quei momenti felici che oggi sono così lontani da me, quei moenti felici che non toccherò mai più neanche col mio respiro. Mi alzo e mi avvicino allo stereo, lo accendo e mi siedo alla scrivania apro il cassetto e prendo tra le mani una fotografia. Quella fotografia. L'ultima fotografia della famiglia Micchel. L'ultima fotografia della mia famiglia. Quella fotografia scattata tre giorni prima che lui volasse in cielo. Quella fotografia che avevo sul comodino e che mia madre nella rabbia gettò a terra rompendone il vetro. La tengo qui al sicuro da occhi indiscreti e la riguardo soltanto quando ne avverto il bisogno...
Ho appena sentito il rumore che fa la porta di ingresso quando si apre. Sarà sicuramente lei, mia madre e sono certa che adesso mi sgriderà come non mai. Spengo lo stereo e scendo, la raggiungo in cucina e molto silenziosamente la saluto. Mi ha guarda con occhio sospetto poi dopo un pò mi fa << Hai fatto tardi come tuo solito vero?>> e io le rispondo ansimando <<si mamma>>. Lei indietreggiando mi guarda e sbattendo le mani sui fornelli appena puliti mi dice << Adesso fila in camera tua e non vi uscire fin quando non ti chiamerò io >>. Non le do neanche il tempo di terminare il rimprovero che corro su di quelle grandi scale e mi chiudo in camera, la odio quando fa così. Non capisce che così facendo mi sta perdendo sempre di più. Mi siedo alla scrivania e prendo il cellulare e vedo scritto in grande sul display << Miriam>>. Lei è una ragazza che ho conosciuto su internet. Una di quelle chat virtuali dove tu impersoni un personaggio e vivi una seconda vita. Che ragazza dolce che è, purtroppo vive molto distante da me ma mi ha promesso che un giorno verrà a trovarmi ma se non vi riuscirà sarò io a raggiungerla appena potrò. Voglio conoscerla, stringerla forte. Darle un grande bacio come di solito facciamo su quel gioco e poi sfiorarle in pancino, quello dove si sta formando il mio nipotino. Eh si, il mio nipotino, lei è diventata mia sorella. Quella che ho sempre desiderato ma che mio padre non ha fatto in tempo a donarmi. Rispondo al cell << Pronto? >> .. All'altro capo una voce a me molto familiare mi dice << Tesorooo, ma che fine hai fatto??>> io, ridendo le rispondo << Di nuovo è successo sorè, so in punizione>> Poi buio totale, cade la linea e il telefono mi si spegne di botto.
Fuori che fino a pochi mifuti fa pioveva adesso c'è un sole che spacca le pietre, purtroppo mia madre però mi ha incatenato qui. Ricordo che quando ero piccola mi arrampicavo su quell'abero grande presente qui fuori, da lì riuscivo a ad entrare in camera mia tutte le volte che desideravo. Apro la finestra e mi esporgo, salgo sull'albero e scendo, corro, corro lontano da casa per qualche ora tanto non se ne accorgerà. Vado lì, lì dove riposa mio padre perchè ho bisogno di lui. Ho bisogno di lui adesso!!
Continua.